Se Amleto fosse vissuto ai giorni nostri, nell’era tecnologica si sarebbe posto senza dubbio un altro tipo di domanda “Lasciare o non lasciare, questo è il problema”. Ben diverso è quindi l’approccio odierno verso la domanda amletica dell’essere a fronte del possedere lasciti, ossia “a chi e cosa lasciare o non lasciare, questo è il dilemma” E’ fin troppo facile dire che: Chi parte per l’ultimo viaggio ha sempre ragione e comunque abbia fatto o agito in vita andrà via con le sue decisioni incontrovertibili. Nonostante ci si possa nascondere dietro un tenero un fatalismo rimane vivo il consiglio di assumere una decisione per tempo onde evitare spiacevoli rivoltamenti. Volendo escludere i casi di partenza improvvisa per mete paradisiache ultra fiscali, sarebbe bene che i lasciti terreni trovassero sempre un giusto affidatario, onde evitare che interi patrimoni fiscali finiscano nelle mani del beneficiario ingrato. L’importanza di decidere come e a chi assegnare per tempo i beni mobili, consente di risolvere l’annosa questione di rispettarne le volontà. Sia chiaro fin da subito che a fronte di una mancanza di volontà nel onorare le disposizioni sarà poco sostenibile che le volontà del buon padre di famiglia possano essere validate oltre quanto previsto dalle quote testamentarie disciplinate dal codice civile. Secondo un principio controvertibile dei luoghi comuni, sostenere che una frase detta o video registrata valga più di mille parole non dette incontra almeno due sensi in più del nulla di fatto. Saranno gli sguardi negli occhi e le attenzioni sonore degli uditori a sensibilizzare gli eletti nella donazione a rivendicare le volontà espresse. La scelta di nominare un garante, potrà apparire semplice e per certi versi lo sarà davvero, spesso si tratterà di una persona nota con la quale il testatore si sarà confidato o disponendo di una provata fiducia, lasciando all’imperatore Caligola il pregio originale di aver già nominato il suo Cavallo quale fido garante del proprio operato. Qualcuno disse che Caligola nominando il suo cavallo come senatore volesse offendere l’intelligenza degli altri possibili senatori, meno intelligenti di un cavallo. La scelta di manifestare la propria volontà in vita, spesso viene associata ad un atto di forza che ha come risultato la creazione di mal’umori tra gli eredi già in vita. Taluni reputano più corretto non manifestare alcuna volontà lasciando ai posteri l’ardua sentenza di azzuffarsi o denunciarsi allo scopo di rivendicare il diritto di proprietà su beni non posseduti, ma voluti. E’ assolutamente lecito credere che la nomina di garante ricada su persone che fungeranno appunto da testimoni della vita senza ricevere doni dall’eredità e per tale ragioni saranno considerati arbitri di una partita ereditaria a volte ricca di goal. La riconoscenza nei confronti del garante assume una valenza superiore all’aspetto materiale, si tratta appunto di una nomina per stima e fiducia che trascende dal lascito in senso materiale. Come è facile immaginare, sfuggire alla realtà non assegnando gli eredi è il modo contrario di far rispettare le proprie volontà. Avanti con le nomine per far rispettare le volontà .
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